Skip to main content
I CONSIGLI DEL MEDICO

Tossicodipendenza e Alcoldipendenza

Il fenomeno dell’abuso di sostanze illegali come le droghe o legali come l’alcol favorisce la nascita di dipendenze quali: tossicodipendenza ed alcoldipendenza.

Queste ultime correlate nel nostro territorio rispecchiano l’evoluzione che le stesse sostanze stanno avendo, ed ha in passato largamente avuto, sia a livello regionale che nazionale.  

Per quanto riguarda la tossicodipendenza un progressivo calo del consumo di eroina, anche se ci sono dei picchi di riattivazione del fenomeno, corrisponde un aumento del consumo di cocaina, cannabinoidi e sostanze sintetiche (ecstasy in particolare). 

Il coinvolgimento complessivo delle persone nel rapporto con le sostanze psicoattive non appare in calo, si è modificata la modalità di consumo: si usa meno la via endovenosa ma le stesse sostanze vengono più spesso sniffate, bevute, inalate e l’uso è spesso concentrato nel fine settimana, in occasione di feste, di incontri in discoteche o altri locali simili.

Spesso si scambia psicologicamente il momento di incontro e di amicizia nelle compagnie di giovani, con l’utilizzo collettivo di queste sostanze.

Negli ultimi 20 anni si è verificata una diminuzione del livello di attenzione degli adulti verso la pericolosità delle già conosciute (ecstasy, popper, lsd, ketamina, smart drugs) e delle vecchie (eroina, cocaina, cannabinoidi) sostanze, usate in modo diverso dal passato (non  continuativamente, sniffate invece che endovenose, oppure attraverso più sostanze insieme: generalmente conosciuto come cocktail).

Questo ha favorito una penetrazione del consumo anche in gruppi giovanili che un tempo sembravano immuni.

Tra i consumatori ed abusatori di queste sostanze, sono aumentate le persone con problemi  psicopatologici conclamati, sia per la maggiore vulnerabilità delle persone con disturbi psichici verso il consumo di sostanze, sia per gli effetti psichici delle sostanze stesse.  

Per quanto riguarda invece l’alcoldipendenza ed il fenomeno del consumo di alcol correlato, esso appare più endemico e mimetizzato nel tessuto sociale, con sottovalutazione dei rischi  sia da parte delle famiglie che da parte degli educatori, ma anche da parte dei medici sia di famiglia che ospedalieri. 

Questo fenomeno deve essere invece affrontato molto prima che si instaurino le complicanze fisiche e psichiche che portano, come è noto, a livelli di sofferenza individuale, familiare e sociale che hanno pochi altri riscontri nella vita delle persone.

Preoccupante appare il consumo ed abuso nel fine settimana di alcolici da parte dei giovani e giovanissimi (14-16 anni), che raramente richiedono un trattamento, ma che sottovalutano il potenziale rischio di danno sia psichico (aumento dell’aggressività, diminuzione della memoria e attenzione, amnesie), che fisico (danni epatici, gastrici, cardiaci e neurologici a medio lungo termine), ed anche sociale (incidenti stradali, incidenti ed assenze sul lavoro, isolamento familiare) di una tale modalità di consumo.  

Già da qualche anno la richiesta di visite specialistiche da parte della Commissione Patenti provinciale sembra essersi moltiplicata in maniera esponenziale e, se da un lato è vero che abbiamo una legge sempre più opprimente, dall’altro è anche si veritiero che in molti continuano però ad infrangerla, specialmente dopo l’assunzione di sostanze nocive ed illegali.

Tali richieste sono aumentate di molte volte rispetto a qualche anno fa. 

La lettura del fenomeno nel territorio può essere svolta attraverso l’esame delle persone che sono state in carico ai Servizi per le Tossicodipendenze e Alcologia.

Anche se non se ne sente parlare (solamente a livello di facciata), la sostanza di abuso e dipendenza primaria per le persone con problemi (in tutta Europa) di tossicodipendenza rimane l’eroina.

Negli ultimi decenni il suo consumo tende a calare, seguita da cannabinoidi, cocaina ed ecstasy, queste ultime tre sono anche le sostanze di abuso secondarie più utilizzate insieme all’alcol. 

Per le persone con problemi di alcol correlati, il vino rimane in assoluto la sostanza di abuso e di dipendenza più utilizzata seguita da birra e superalcolici.

L’età media dei nuovi casi di persone con problemi  correlati alla droga si situa tra i 20 e 30 anni, mentre per le persone con problemi alcolcorrelati tra i 40 e 50 anni.  

Si stanno avvicinando al trattamento alcol-correlato anche persone con età intorno ai 30 anni. 

Una volta prese in carico, le persone  entrano in un processo di cura che prevede tempi lunghi.

I trattamenti offerti dai vari Servizi per le Tossicodipendenze (SerT), o Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD), sono caratterizzati dall’integrazione di  aspetti medico-farmacologici e aspetti psicologici e sociali-riabilitativi.

L’evoluzione parallela alla medicina classica, di tecniche non tradizionali è stata notevolmente implementata ed oggi, molte di queste tecniche, fanno parte del tessuto funzionale ed applicato delle discipline di guarigione e di disintossicazione prive farmaci chimici, pertanto tecniche meccaniche o naturali volte al completo reset fisiologico e psicologico del corpo umano (www.kinesiologia-riflessologia.com).

Nello specifico, il 60% dei trattamenti attuati sono di tipo psicosociale e/o riabilitativo, che comprende: sostegno psicologico,  psicoterapia individuale-familiare o di gruppo, interventi di servizio sociale, mentre il restante 40% sono trattamenti integrati di tipo farmacologico e psico-sociale.

A varie persone è stato proposto un  trattamento in comunità terapeutica ed infatti i Ser.T. e i Ser.D. collaborano con varie comunità terapeutiche.

Per affrontare in modo integrato e sinergico il fenomeno delle dipendenze da sostanze psicoattive attraverso uno stretto coordinamento degli obiettivi e delle azioni sul territorio, da alcuni anni è stato creato il Dipartimento Funzionale per le Dipendenze.

Ad esso partecipano tutte le strutture che nel nostro territorio si occupano direttamente ed indirettamente di dipendenze patologiche.

Patologie cutanee conosciute maggiormente diffuse

Nel Mondo esistono tantissime patologie cutanee, in questo articolo parleremo di quelle maggiormente conosciute e diffuse.

PSORIASI Malattia infiammatoria della pelle non contagiosa a carattere cronico e recidivante.  

È una delle più comuni malattie croniche cutanee e colpisce circa il 2% della popolazione mondiale.

Nella maggior parte dei casi si tratta della forma a placche e papule rotondeggianti coperte da squame argentate, generalmente in zone soggette a sfregamento come gomiti, ginocchia e nuca.

Nella maggior parte dei casi si tratta di una forma benigna, ma la malattia è difficile da curare, non ci sono cure risolutive, ma solo lenitive e l’andamento è cronico con dei periodi di remissione.

I SEGNI PARTICOLARI, sono il prurito e la desquamazione di tipo furfuraceo delle lesioni, c’è la possibilità di lesioni eritematose e di artrite psoriasica.  

In genere c’è molto disagio nell’esporre la pelle, ciò crea limitazione in certi sport e nelle attività sociali.  

Si può associare a malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, dislipidemie. 

Nella sua PATOGENESI intervengono fattori genetici ed ambientali, ma la causa principale è Autoimmunitaria.

La patogenesi è da imputarsi ad una disregolazione dei i linfociti T (immunità cellulo mediata) responsabile del cronicizzarsi della malattia.  

Le cellule dendritiche ed i linfociti T, passano dal derma all’epidermide, continuando a secernere segnali chimici pro-infiammatori, come: TNF-α, IL-1β, IL-6, e anche la interleuchina IL-22 che invece causa la proliferazione dei cheratinociti.  

Il risultato finale è la rapida proliferazione dei cheratinociti, con una incompleta maturazione, una neovascolarizzazione e una flogosi.

A loro volta i cheratinociti rilasciano delle chemochine che stimolano ulteriormente i linfociti T, creando così un circolo vizioso di flogosi autoindotta.  

Esistono delle forme generalizzate.

TERAPIA CONVENZIONALE

Terapia locale cheratolitica: acido salicilico (10-15%), urea (10-20%), catrame, creme al cortisone, antralina derivata dalla secrezione di una pianta tropicale e la crisarobina e suo derivato sintetico interferiscono con la sintesi del DNA e hanno effetto citotossico. 

Fotochemioterapia con lampade a raggi UVB oppure con lampade UVA in cui l’effetto può essere rinforzato da psoraleni assunti per via generale. 

Terapia sistemica immunosoppressiva con ciclosporina, metotrexate, e cheratolitici come i retinoidi. 

Attualmente ci sono i farmaci biologici capaci di una azione mirata in quanto sono anticorpi monoclonali privi di tossicità d’organo nel lungo termine ottenuti  ACNE Si tratta di un’infiammazione cronica dei follicoli pilosebacei dovuta alla formazione di tappi di cheratina che causano papille infiammatorie, pustole noduli, cisti ed esitano in cicatrici.  Colpisce maggiormente il viso, le spalle, il dorso e il petto.

Caratteristici dell’acne sono: l’aumentata untuosità della pelle, il comedone detto anche “punto nero” e i foruncoli infiammati o pieni di pus (pustole).  

L’acne Interessa circa il 40% della popolazione tra i 12 ed i 30 anni e rappresenta una grande preoccupazioni di tipo estetico; nei giovani tra i 18 ed i 25 anni è seconda soltanto al sovrappeso ed alla perdita dei capelli.

La CAUSA della patologia è l’aumento della secrezione di sebo che diviene denso e ostruisce l’orifizio assieme a residui di cheratina diviene una cisti chiamata comedone.

Tra le cause di questo aumento si prende spesso in considerazione l’azione di stimolo degli androgeni e dello stress sui sebociti.

Nel secondo caso si è visto che l’ormone CRH, secreto dall’ipotalamo in condizioni di stress, su sebociti attivati è in grado di determinare un incremento nella sintesi del sebo.

All’interno dei comedoni si trova il batterio saprofita della pelle Propionibacterium Acnes che si nutrono del sebo e liberando acidi grassi causano infiammazione e rottura della parete della cisti con una reazione infiammatoria da corpo estraneo.

In base al QUADRO CLINICO si parla di acne lieve, moderata e grave.  

Nell’acne lieve i comedoni sono localizzati in poche zone con minime lesioni infiammatorie. Nella moderata ci sono numerose lesioni infiammatorie associate a lievi cicatrici.

Nell’acne grave molte lesioni nodulo-cistiche associate ad esiti cicatriziali.

TERAPIA CONVENZIONALE Una politerapia combinata in base alla gravità dell’acne; esistono sei tipologie di farmaci utili: Antiandrogeni che bloccano l’azione del testosterone sui sebociti (nelle donne estroprogestinici) nei maschi inibitori 5-alfa reduttasi.

Antibiotici topici o sistemici che combattono la proliferazione del P.acnes si usano macrolidi o tetracicline (come inizio: doxiciclina orale oppure lindamicina topica) attenti all’antibiotico resistenza Antimicrobici topici: perossido di benzoile, ac. azelaico, ac. salicilico Antiproliferativi nei confronti dei sebociti: retinoidi (capostipite la tretinoina) somministrati per via topica o sistemica.

L’adapalene e altri composti di terza generazione si dimostrano teratogeni.  

Cheratolitici: ac. salicilico, ac. glicolico Antinfiammatori locali: ac salicilico, zinco, tetracicline La terapia è topica nei casi di acne lieve e moderata, si utilizzano: retinoidi, acido azelaico, benzoilperossido ed antibiotici che servono a maturare l’epitelio follicolare ea sfiammare.

Il trattamento sistemico è riservato ai casi gravi e consta di retinoidi, antibatterici (tetracicline, trimetoprim-sulfametossazolo) e ormoni steroidei ad attività antiandrogenica. Per tutti i casi si associa un trattamento cosmetico specifico (alfaidrossiacidi, lipoidrossiacidi, fosfatidilcolina, acido linoleico).  

Attenzione alle orecchie ed ai loro leggeri sintomi

Esistono differenti segnali che possono rappresentare le basi di alcune infezioni problematiche alle orecchie, per questo bisogna prestare molta attenzione alle orecchie ed ai loro leggeri sintomi iniziali.

Il nuoto è un’attività salutare ma che nasconde qualche rara insidia, l’acqua che entra nell’orecchio può portare con sé particelle contenenti miceti (funghi) o batteri.

Di solito l’acqua fuoriesce, l’orecchio si asciuga e batteri e miceti non costituiscono alcun problema.

Talora l’acqua rimane intrappolata nel canale uditivo,la pelle rimane umida e i batterie i miceti possono infettare l’orecchio esterno (o condotto uditivo esterno). Sintomi:

  • sensazione di orecchio chiuso e prurito;
  • il canale uditivo esterno si chiude completamente per il gonfiore;
  • dall’orecchio può fuoriuscire un liquido lattiginoso e fetido.

Se compaiono tali sintomi o se le ghiandole del collo si gonfiano è opportuno consultare uno specialista ORL.  

Prevenzione Se avvertite la sensazione di orecchio umido o chiuso dopo una nuotata, dopo aver lavato i capelli o dopo una doccia, provate a piegare la testa obliquamente con l’orecchio tirato in alto, muovete il padiglione auricolare e poi ruotare la testa per permettere la fuoriuscita dell’acqua.

Attenzione è opportuno non frequentare la piscina in caso di infezione dell’orecchio o presenza di una perforazione timpanica o una qualsiasi ferita sul timpano o se si è stati sottoposti ad un intervento chirurgico all’orecchio.

Una sostanza efficace nel disinfettare l’orecchio esterno è la soluzione di acido borico al 3% (non va usata per periodi prolungati).

Un ambiente debolmente acido previene la crescita dei batteri e dei miceti. Un orecchio asciutto si infetta molto difficilmente pertanto si può usare un asciugacapelli per asciugare l’orecchio (temperatura tiepida e stirando il padiglione auricolare in alto).

Non bisogna usare i “cotton-fioc” poiché spingono il materiale più profondamente nel condotto uditivo e possono farlo sanguinare o infettarlo.

Se il problema è frequente e ricorrente è necessario consultare lo specialista otorino che potrà consigliarvi di instillare gocce auricolari per proteggere l’orecchio dagli effetti dell’acqua.  

IL PRURITO DENTRO L’ORECCHIO

Il prurito auricolare può essere esasperante.

Talora è causato da miceti o allergie ma più spesso si tratta di una dermatite cronica (infezione della pelle). 

Un tipo di dermatite cronica è la forma seborroica, una condizione simile alla forfora, con cerume abbondante a scaglie secche.

I pazienti dovrebbero evitare cibi che lo aggravano come cibi con grassi animali, carboidrati, cioccolato ed altri cibi correlati al prurito. 

Possono essere utilizzate gocce auricolari a base di cortisone da instillare al momento di andare a letto o quando compare il prurito. 

Non vi è purtroppo una terapia a lungo termine ma il prurito può essere comunque controllato.  

ZANZARE, MOSCERINI ED ALTRI INSETTI Molti tipi di insetti possono entrare nell’orecchio. 

I moscerini si impigliano nel cerume e non possono volare via. Insetti più grandi non possono girarsi né trascinarsi fuori dal condotto. 

Essi continuano a lottare e i loro movimenti possono essere fastidiosi ed anche dolorosi e spaventare ed irritare le persone. 

Bisogna lavare il condotto con acqua tiepida con una siringa di gomma in modo da rimuovere l’insetto. 

Per un insetto più grande è utile riempire il condotto con olio che tappa i pori respiratori dell’insetto e lo uccide in 5 o 10 minuti. 

Successivamente bisogna consultare il proprio medico o lo specialista per la rimozione dell’insetto.  

Non conviene tentare di estrarlo da soli per la possibilità di provocare danni alla cute del condotto o alla membrana timpanica. 

Per altri corpi estranei quali: perline, punte di matita, pezzi di gomma da cancellare, pezzi di giocattoli di plastica e fagioli secchi che i bambini talora mettono nelle loro orecchie per gioco, è necessario consultare uno specialista. La rimozione è un compito delicato e deve essere effettuato dall’otorino.